29.11.11

la casa del vento ..............

Stefano Luzi:
Buona serena rossa notte

Vorrei farvi vedere

L'arida terra su cui cammino

Tutti i segni del fuoco

... E dove crescono i loro bambini.

Free Palestine
free Gaza
free World




Sauro Trombini:

BUONGIORNO,ASPETTANDO CHE ANCHE IL POPOLO PALESTINESE POSSA AUGURARSELO UN DI' .
IL POPOLO TEDESCO, INGLESE .AMERICANO E ITALIANO ...SI SVEGLIA OGNI MATTINA SAPENDO CHE QUALCUNO STA MORENDO AL POSTO LORO PER RIPAGARE L'OLOCAUSTO !
Esempio di notizia che esce sui giornali:

Antonio Rispoli:
Esempio di notizia che esce sui giornali. Titolo: "Lancio di razzi contro il sud di Israele". Articolo: "Un razzo Qassam...".
Titolo: "Risposta israeliana ai razzi palestinesi".
Articolo: "Gli aerei israeliani hanno bombardato una base di Hamas...".
In realtà hanno sganciato sei bombe a casaccio su sei diversi palazzi di una città della striscia di Gaza.
Qualsiasi commento è superfluo, tranne un dettaglio tecnico:
un razzo Qassam contiene 2-300 GRAMMI di esplosivo fatto in casa, a basso potere esplodente; una bomba di un F-16 contiene 250 o 500 KILOGRAMMI di Octol, un esplosivo che ha un potere esplosivo pari a tre volte quello del tritolo.

Quindi una bomba è come se contenesse da 750 a 1500 KILOGRAMMI di tritolo.
Non so se è chiara la differenza

17.11.11

Nuove leggi razziste contro i palestinesi

ITA-ENG

Lavori in corso al parlamento israeliano
More racist laws are on the way in Israel

Il parlamento israeliano, la Knesset, è pronto a inaugurare una sessione invernale ponendo sul tavolo una serie di leggi che per i palestinesi sono sinonimo di razzismo e, "in linea con la legislazione razzista applicata in Palestina sin dal 1948", hanno tutte l'obiettivo di mettere in discussione l'esistenza dei palestinesi sulla propria terra.
Come parte del processo di "ebraicizzazione", una di queste leggi chiede di invalidare l'arabo come lingua ufficiale dello Stato di Israele, mossa che marginalizzerà oltre 1/5 della popolazione di madre lingua araba. L'arabo infatti è stata lingua ufficiale della Palestina durante il Mandato britannico, prima della Nakba del 1948.
A disegnare la legge è stato l'ex capo dello Shin Bet (l'Intelligence interna). Avi Dichter, deputato del partito di Kadima, ha posto alla lingua araba la seguente condizione racchiusa in una legge nella cui introduzione si legge: "Israele è lo stato nazionale del popolo ebraico". Dichter l'ha pensata in collaborazione con l'Istituto Strategico per il Sionismo ed è sostenuta da 1/3 dei membri ebrei israeliani alla Knesset.
La legge di Dichter costringerà ogni cittadino a giurare lealtà a "Israele in qualità di Stato ebraico e democratico", e chiunque si rifiuterà di farlo, sarà "perseguibile per legge". Evidentemente, la sua visione di un sistema democratico in Israele è legata alla religione ebraica.
Il deputato Massoud Ghanayem ha accusato i principali partiti politici israeliani di "fare a gara per verificare chi è il più "nazionalista" e aggiudicarsi il vosto sionista.
Così, rivolgendosi ad Al-Jazeera, Ghanayem ha affermato: "Le scommesse che affronta Israele e il fallimento per la strada per la pace vanno ben oltre la legislazione di stampo razzista, soprattutto dal momento che i palestinesi (in Israele) sono esposti, per mezzo della loro lotta, al mito di un Israele democratico e al carattere ebraico dello stato".
Stando all'opinione di Ghanayem, "Israele e i suoi partiti politici adottano politiche della marginalizzazione dei palestinesi, restringendo l'obiettivo democratico per imporre ciò che chiamano 'le nuove regole del gioco' secondo le quali si suppone che i cittadini palestinesi in Israele debbano abbracciare il concetto di Sionismo e di cittadinanza ebraica".
"La legge di Dichter, - continua a spiegare Ghanyem - avrà anche un impatto sul sistema educativo. Mentre il ministero dell'Istruzione rivendica l'insegnamento del pluralismo e del rispetto altrui alle giovani generazioni, il messaggio del legislatore va in senso opposto".
Qualora venisse approvata la legge di Dichter, da essa verrano emanate una sere di "leggi razziste" tra le quali quella che metterà al bando la commemorazione della Nakba (la Catastrofe del 1948), inserendo forzatamente la versione della narrativa israeliana su quanto accadde realmente nel 1948.
Un'altra legge permette alle comunità ebraiche di esaminare, quindi di accogliere o respingere, coloro che intendano trasferirsi e vivere nelle stesse cittadine. Questa è una mossa per impedire ai palestinesi di trasferirsi, sebbene essi abbiano le radici storiche su questa terra.
In base ad un'altra legge, qualunque terra confiscata dallo Stato da oltre 25 anni non sarà restituita ai leggittimi e originari proprietari. Questo avrà senz'altro un impatto ancora maggiore sui palestinesi che tenteranno di ripristinare i propri diritti di proprietà e la propria presenza sulla loro terra.
Il deputato Jamal Zahalka ha accusato i politici israeliani e, ancora ad al-Jazeera, egli ha riferito che "queste leggi - proprio come quella proposta da Dichter - coincidono con dichiarazioni di guerra contro i civili palesitnesi e gettano benzina sul fuoco del razzismo israeliano".
Zahalka ha poi riconosciuto che "pur facendo ricorso a una diversa termimlogia a giustificazione dello stesso argomento, tutte le parti (in Israele) sono d'accordo su essenza e principi contenuti in queste leggi".
Un docente di lingua araba, dimessosi dalla propria carica, sostiene che le nuove leggi abbiano esattamente l'obiettivo di marginalizzare la lingua araba e coloro che la parlano.
Così, il prof. Ziad Shelyot ha osservato che "l'ultimo attacco alla lingua araba è parte di una strategia per privare i palestinesi in Israele della propria identità, eredità e, in sostanza, della cittadinanza".
Ancora il prof. Shelyot mette in guardia dagli effetti che questa legge avrà sulle nuove generazioni di palestinesi e di studenti. Se entrerà in vigore, allora l'insegamento dell'arabo sarà messo al bando in Israele.
"Questo creerà generazioni prive di qualunque identità individuale o nazionale, con un'identità della disfatta condannata a vivere in un conflitto interno come fosse una curiosa mescolanza di razze e culture che hanno perduto la propria unicità".

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Israel's Knesset (parliament) is set to discuss a number of bills in its winter session which Palestinians regard as racist, continuing a policy of "unprecedented racist legislation in 1948 Palestine" aimed at undermining the very existence of Palestinians in their own land.

As part of the "Judaisation" process, a proposed law calls for the end of Arabic as an official language of the state of Israel, a move which would marginalise ever further one-fifth of the population for whom Arabic is the mother-tongue. Indeed, Arabic was the official language of Palestine during the British Mandate period before the 1948 Nakba (Catastrophe). The former head of Israel's internal security agency, Shin Bet, has drafted the proposed law. Avi Dichter, MK for the Kadima Party, has included the language stipulation in a bill headed "Israel as the national state of the Jewish people" in collaboration with the Strategic Institute for Zionism, and supported by one-third of the Jewish members of the Knesset.

Dichter's law would force every citizen to pledge allegiance to "Israel as a Jewish and democratic state"; anyone refusing to do so would be "liable to punishment". His vision of the democratic system in Israel is linked to the Jewish religion.

Massoud Ghanayem MK accused the main Israeli political parties of vying with each other to see which one can be the most "nationalist" to capture the Zionist vote. Speaking to Aljazeera, Ghanayem said, "The challenges facing Israel and the failure of the road map for peace are behind this racist legislation, especially since the Palestinians [in Israel] have exposed, through their struggle, the myth of Israeli democracy and the Jewish character of the state."

According to Mr Ghanayem, Israel and its political parties have adopted policies for the marginalisation of the Palestinians, narrowing the scope of democracy to impose what he called "the new rules of the game" in which Israel's Arab citizens are supposed to embrace the concept of Zionism and Jewish citizenship. Dichter's law, Ghanyem explained, will also have an impact on the education system. "While the Education Ministry claims that it is teaching young people to respect pluralism, recognition and respect for others," he said, "the message from the legislators tells them the opposite."

If passed, Dichter's law would follow a series of "racist laws", including one which prohibits commemoration of the Nakba, pushing the Israeli narrative as the official version of what happened in 1948. Another law allows Jewish towns to vet those wishing to live there. This is to stop Palestinians from moving in, even if they have historical roots in the district. Any land which has been confiscated by the state for more than 25 years will not, according to yet another law deemed to be racist by the Palestinians, be returned to its original and lawful owners. This, of course, has a major impact on Palestinians trying to recover their family property and land.

Jamal Zahalka MK has accused Israeli politicians of inciting racism against the Palestinians in an effort to gain the trust of the wider public in Israel. He told Aljazeera that laws such as that proposed by Dichter are "like a declaration of war" on Palestinian civilians, "pouring oil on the fire of Israeli racism". Zahalka pointed out that the parties may use different terminology to justify their case, but the all agree on the basic essence and principles behind such laws.

A Professor of Arabic who resigned his post believes that the new laws are intended to marginalise Arabic language and its speakers. Professor Ziad Shelyot said that the latest attack on Arabic is part of a strategy to deprive Israeli-Palestinians of their identity, heritage and, ultimately, citizenship.
Prof. Shelyot warned of the effect that this law will have emerging Palestinian generations and students, pointing out that if it makes it onto the statute books it will lead to the teaching of Arabic to be banned in Israel. "This," he added, "will create a generation with no personal or national identity; one that is defeated and lives in internal conflict as a curious blend of races and cultures which have lost their uniqueness."
-Memo-Visualizza altro
di: Premio Pulitzer Per Vittorio Arrigoni..
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.Giorgio Papallo
Anche quest'anno ho fatto la mia donazione. Fatelo anche voi.

29.10.11

ISRAELE DEPURA I LIBRI SCOLASTICI PALESTINESI

Saturday 29 october 2011 6 29 /10 /Ott /2011 11:18
Le autorità israeliane sbianchettano i testi scolastici nelle scuole private palestinesi per depurarli delle parti che ritengono non allineate alla versione ufficiale della storia contemporanea e della geografia.




Libri di testo censurati nelle scuole private palestinesi a Gerusalemme Est, la zona araba della città occupata da Israele nel 1967.

E’ la volta dei palestinesi di puntare l’indice contro le autorità israeliane che in questi ultimi anni hanno più volte messo sotto accusa il ministero dell’istruzione dell’Autorità nazionale di Ramallah per i libri «politicamente scorretti» nei confronti di Israele, adottati dalle scuole in Cisgiordania e Gaza.

Jalal Abukhater, commentatore palestinese ed una delle penne più taglienti del sito arabo-ebraico 972mag.com, ha ottenuto una copia del rapporto presentato dal Comitato per l’educazione (formato da esperti della municipalità di Gerusalemme e del ministero dell’istruzione israeliano) che riferisce in modo dettagliato quali parti sono state sbianchettate dei libri di testo in uso nelle scuole palestinesi nella città Santa.

Ispiratore delle censure sarebbe il deputato Alex Miller, del partito ultra-nazionalista Yisrael Beitenu, che presiede la commissione istruzione della Knesset. Miller insiste da tempo affinché il programma delle scuole private palestinesi rispetti alla lettera le direttive del ministero dell’istruzione israeliano, così come sono già costrette a fare le scuole pubbliche arabe. Jalal Abukhater sottolinea che la censura attuata da Israele è una violazione della Quarta convenzione di Ginevra che tutela la cultura e il sistema educativo dei popoli sotto occupazione.

Il commentatore palestinese ci ha detto su quali parti è passato il bianchetto del censore. Se fa notizia fino ad un certo punto l’eliminazione dai libri palestinesi del logo dell’Anp e i capitoli che raccontano la prima e la seconda Intifada, è invece molto significativo il fatto che da un testo della prima elementare sia stata cancellata la storia di una prigioniera palestinese che fa ritorno a casa. Oppure che siano sparite vicende storiche dei secoli passati.

In un libro destinato alla quarta elementare è stato eliminato il capitolo riguardante la vittoria del Saladino nella battaglia di Hittin, così come l’assedio di San Giovanni d’Acri da parte di Napoleone. Da un testo per la seconda elementare è svanito il racconto di una gita nella città vecchia di Gerusalemme.

Il bianchetto è passato anche su di una pagina di un libro di geografia per le scuole medie nella quale, a proposito del problema dell’inquinamento, si fa riferimento agli scarichi di fogna di alcune colonie israeliane in Cisgiordania verso i villaggi palestinesi.

E’ inoltre sparito dal capitolo che descrive il problema della siccità nella regione, il riferimento alla quantità di acqua potabile a disposizione degli insediamenti colonici della Valle del Giordano, largamente superiore rispetto a quella destinata ai civili palestinesi. Infine il censore ha eliminato dai libri di storia per le scuole superiori parti del capitolo relativo alla storia palestinese dalla Dichiarazione di Balfour (1917) fino alla nascita di Israele (1948) e la Nakba.

A Jalal Abukhater ha risposto il Jerusalem Post. Le parti censurate erano soltanto una normale espressione del nazionalismo palestinese o un serio tentativo di delegittimare lo Stato ebraico, chiede il quotidiano israeliano.

Per il Comitato per l’educazione a Gerusalemme non ci sono dubbi: l’uso del bianchetto è stato necessario per eliminare quelle parti dei libri che «incitavano alla violenza e all’intolleranza». E in ogni caso i suoi membri hanno detto di aver agito seguendo le direttive giunte dalla Knesset tralasciando il particolare, certo non secondario, che il ministero dell’istruzione israeliano non ha autorità sulle scuole private palestinesi.

Yohanan Manor, presidente di Impact, un’organizzazione che fa il monitoraggio dei contenuti dei libri di testo, invece ha denunciato «la crescente islamizzazione dei testi scolastici palestinesi».

Risultato inevitabile di queste misure israeliane è stato l’abbandono da parte di molti insegnanti delle scuole private di Gerusalemme Est dei libri censurati, sostituiti con testi ugualmente non in linea con l’orientamento storico-politico del ministero dell’istruzione.

fonte: http://goo.gl/rzvWk

di Michele Giorgio


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23.9.10

Vittorio Arrigoni torna a casa............






Milani 23 settembre alle ore 17.49 Rispondi
Carissim* Amic*,
con immensa gioia vi giro la comunicazione ufficiale di Vittorio Arrigoni, che dalle pagine del suo blog http://guerrillaradio.iobloggo.com/ ci dà la notizia che tanto a lungo abbiamo atteso:

"Dopo un anno di condanna sono riuscito a evadere di prigione, grazie al colore della mia pelle e al mio passaporto."

Vi invito, quindi, a dare il bentornato dall'incubo a Vik sulla bacheca del gruppo, manifestandogli, anche in questa splendida circostanza, la nostra vicinanza e il nostro apprezzamento per il suo eroismo.

Grazie di cuore da parte mia e degli altri amministratori del gruppo per il calore e l'affetto dimostrato in questo lunghissimo anno a Vittorio, icona della Resistenza Nonviolenta e bandiera del nostro credo di Pace.
Restiamo umani,
Claudia Milani

4.10.09

i fantasmi di gaza si sono materializzati.

10 ottobree 2009
l'ultimo video la spianata delle moschee .....minacciata
..pietra contro fucili....per difenderla


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C'è un video in arabo di Al Jazeera sugli scontri di oggi a Gerusalemme tra le forze di occupazione israeliane (esercito e polizia) e i palestinesi di gerusalemme che volevano recarsi alla maoschea di Al-Aqsa: decine di feriti tra i palestinesi che sono stati fermati, dispersi e picchiati. Gli scontri sono avvenuti vicino alla porta di Al-Asbat (Bab al-Asbat) uno degli accessi alla spianata della moschea. Negli ultimi tempi sono in aumento questi episodi condotti sia contro uomini sia contro donne e bambini (vietare l'accesso alla moschea di gerusalemme). Le immagini sono di oggi 4/10/09, se vuoi puoi usarle con queste brevi informazioni che ho tradotto.
Pina ciao
http://www.aljazeera.net/NR/exeres/7229D0A4-4DF9-4136-B34F-C24541563152.htm

الأخبار-عربي-جرحى بالأقصى ودعوات لنصرته
Fonte: www.aljazeera.net




I fantasmi di Gaza di Michelangelo Cocco - Il Manifesto, 30.9.2009Condividi
Oggi alle 13.21
I fantasmi di Gaza ieri si sono materializzati a migliaia di chilometri dalla Striscia dove l’esercito israeliano – tra il 27 dicembre 2008 e il 18 gennaio 2009 – ha massacrato oltre 1.400 palestinesi durante l’offensiva denominata “Piombo fuso”.

A Londra un gruppo di avvocati ha chiesto l’arresto per “crimini di guerra” del ministro della difesa Ehud Barak, nel Regno Unito per partecipare al congresso dei laburisti britannici. Nelle stesse ore a Ginevra, nella sede del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, andava in scena un dibattito gravido di conseguenze per l’immagine dello Stato ebraico nel mondo.

Richard Goldstone, l’ex giudice costituzionale sudafricano che ieri ha presentato la versione integrale del rapporto che accusa Israele e Hamas di “crimini di guerra”, ha difeso le 575 pagine del suo lavoro. “Nella regione esiste da troppo tempo una cultura dell’impunità”, ha detto l’ex procuratore capo dei tribunali Onu per l’ex Yugoslavia e il Ruanda chiedendo ai 47 paesi membri di inoltrare al Consiglio di sicurezza il frutto di sei settimane d’inchiesta a Gaza. Secondo Goldstone “la mancanza di responsabilità per crimini di guerra ed eventuali crimini contro l’umanità ha raggiunto un punto critico; la crescente mancanza di giustizia sta mettendo a repentaglio qualsiasi speranza di un processo di pace che abbia successo e sta rafforzando un clima che incoraggia violenza”.

Giovedì scorso, davanti all’Assemblea generale dell’Onu Benjamin Netanyahu aveva attaccato duramente il rapporto del giurista (ebreo e sionista) che, secondo il premier israeliano, “equipara in maniera ingannevole i terroristi ai loro bersagli”. Ieri l’ambasciatore israeliano presso la Nazioni Unite, Aharon Leshno-Yaar, l’ha definito semplicemente “una vergogna”.

Ma per l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, il Consiglio di sicurezza ha il dovere, nell’interesse di tutte le vittime, di dar seguito alle raccomandazioni di Goldstone. Una risoluzione dei paesi arabi e islamici (che dovrebbe essere votata tra domani sera e venerdì) ha chiesto che il rapporto della Commissione Goldstone sia inviato al Consiglio di sicurezza: a quel punto se, entro sei mesi, entrambe le parti rifiutassero di collaborare, il fascicolo verrebbe passato al procuratore della Corte penale internazionale. Per Israele sarebbe un danno enorme.

Gli Stati Uniti, per bocca dell’ambasciatrice all’Onu Susan Rice, hanno già fatto sapere che non ritengono il Consiglio di sicurezza la sede adeguata per una discussione su “Piombo fuso”. Dopo averlo boicottato durante l’era Bush, ieri Washington ha partecipato per la prima volta a una riunione del Consiglio per i diritti umani, istituito tre anni fa. L’ambasciatore Michael Posner, dopo aver ripetuto la posizione ufficiale Usa secondo la quale il rapporto Goldstone è “profondamente imperfetto”, ha dichiarato: “Noi incoraggiamo Israele a utilizzare un appropriato riesame domestico per indagare sulle accuse credibili”.

Tel Aviv ha finora boicottato Goldstone, sia rifiutandosi di fornire informazioni e collaborazione ai suoi ispettori, sia provando a screditare all’estero l’immagine della Commissione. Ora un gruppo di giuristi israeliani propone la costituzione in extremis di una commissione d’inchiesta presieduta da un giudice della Corte Suprema. Ma Goldstone ha definito “vili” gli sforzi fatti finora da Israele e “un fallimento completo” le indagini condotte da Hamas.

E in tarda serata da Londra è arrivata la notizia che un tribunale di Londra ha respinto la richiesta d’arresto per “crimini di guerra” contro Barak. La corte ha accolto la tesi del ministero degli esteri britannico, secondo cui il ministro della difesa israeliano, in quanto “ospite di stato” non può essere soggetto a una denuncia come quella presentata da un avvocato in rappresentanza di un gruppo di famiglie palestinesi, che ne aveva chiesto l’arresto di Barak per “crimini di guerra”. Da Israele era arrivato subito a Barak il consiglio di recarsi in Francia per evitare problemi, ma il ministro aveva deciso di rimanere comunque a Londra, dove oggi dovrebbe incontrare il capo della diplomazia David Miliband.

La denuncia era stata presentata in base all’International criminal court act del 2001 e al Criminal justice act del 1988 – leggi che permettono anche a singoli individui di presentare denunce per “crimini di guerra” contro militari, anche se questi ultimi non sono cittadini britannici e ovunque i crimini siano stati commessi.

28.9.09

Gaza – Infopal

Al Senato della Repubblica.-Alla stampa italiana ed estera

Per opportuna conoscenza, e sperando che la stampa italiana decida (diversamente da quanto fatto in occasione del recente evento “Rompiamo l'assedio ai diritti dei palestinesi” tenutosi a Torino il 18 settembre) di informare i propri lettori, comunichiamo che :

Giovedì 17 settembre è stata consegnata questa lettera aperta al Presidente del Senato ed ai senatori presenti, tutti gli altri l'hanno poi ricevuta con il servizio postale.
I partiti, i movimenti, le associazioni e le persone che condividono questo appello possono sottoscriverlo inviando una mail a: presidente @ perilbenecomune.net;
oppure scrivendo a: Per il Bene Comune, Piaz.le Stazione 15, 44100 Ferrara – tel./fax. 0532.52.148


Signor Presidente del Senato,
Signori Senatori della Repubblica,

noi abbiamo registrato con sorpresa la notizia che il Senato ha approvato una risoluzione che chiede il rilascio di un soldato di Israele, catturato mentre partecipava ad una operazione militare ordinata per “perlustrare” un villaggio gazese.
Sorprende che tale presa di posizione non abbia nemmeno accennato agli oltre 11.000 (undicimila) palestinesi rapiti e illegalmente imprigionati dall’esercito e dalle autorità d’occupazione israeliane, ben sapendo che tra queste ci sono anche il Presidente della Assemblea Nazionale (Parlamento) e oltre cinquanta sindaci e dirigenti politici, tra cui 21 parlamentari.
Confidando sulla adesione del Senato della Repubblica alla Carta Universale dei diritti dell’Uomo e sull’indipendenza sua e degli attuali senatori dalle pressioni della lobby filo sionista, noi facciamo appello a lei ed a tutti i senatori affinché venga posto un rimedio a tale “dimenticanza”, assumendo una posizione più giusta, equilibrata e dignitosa, in cui venga chiesto alle autorità civili e militari di Israele:

•di rispettare le 72 (settantadue) risoluzioni e le deliberazioni dell’ONU sin qui ignorate;
•di porre fine alla occupazione militare e alla colonizzazione della Palestina e del Golan;
•di liberare i colleghi parlamentari palestinesi che sono stati rapiti;
•di liberare tutti i prigionieri da anni in carcere senza processo e colpevoli unicamente di non gradire l’occupazione militare della propria terra;
•di fare piena luce sul traffico d’organi che avviene dopo le morti “accidentali” dei prigionieri.





Fernando Rossi
Senatore della XV Legislatura
Lista Civica Nazionale Per il Bene Comune

Versione italiana
Mr. President of Senate and Messrs. Senators,

with great surprise we have learnt that the Senate approved a settlement requesting the release of an Israeli soldier, captured in action while patrolling a Gazawi village.
We are astonished because this settlement did not even mention the 11000 and more Palestinians kidnapped and illegally detained by the Israeli army and political governance, being aware that in that lot we have also the president of the National Assembly (parliament) and more than fifty mayors and political managers, including 21 members of the parliament.
We rely on the Senate of the Republic supporting the universal declaration of human rights and its independence from the advocacy of the sionist lobbies so as to amend this guilty omission and shift towards a more balanced and dignified position asking the Israeli authorities to:
Comply with the 72 ONU resolutions and decisions which have been ignored until now;Put an end to the military occupation and the colonization of Palestine and Golan;Set free all colleagues members of the Palestinian parliament who have been kidnapped;Release all prisoners detained for years without a trial, whose only guilt is to criticize and being hostile to the military occupation of their own land;Shed light on the illegal traffic of human organs after “accidental” death of prisoners.


Fernando Rossi
Senator of XV Legislatura
National Civil List for common good



I partiti, i movimenti, le associazioni e le persone che condividono questo appello possono sottoscriverlo inviando una mail a:
presidente@perilbenecomune.net;
oppure scrivendo a:
Per il Bene Comune,
Piaz.le Stazione 15,
44100 Ferrara
tel./fax. 0532.52.148


http://www.perilbenecomune.org/index.php?mod=blabla&menu_id=&news_id=167&myaction=read_news
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Hanno aderito:
Fernando Rossi, Monia Benini, Elvio Arancio, Franco Verga, Gennaro Varriale, Gaspare Galati, Maria Andreotti, Rino Vaccaro, Paola Alessandri, Luigi Sertorio, Joe Fallisi, Pietro Cappellari, Coordinamento Progetto Eurasia, Adele Dentice, Gabriele Attilio Turci , Luciana Gattone, Paola Usai, Gianluca Bracca, Davide Zaccaria, Alessandra Colla, Giuseppe Barnato, Matteo Bifone, Breigheche Dr.Aboulkheir,Sebastiano Cosenza, Manuela Braida,Vittorio Caroselli, Dal Monte Patrizia, Nadia Redoglia, Stefano Orena, Maria Emanuela Massari, Nibras Breigheche, Attanasio Gianfranco, Fabrizio Fulvio Fausto Fiale, Lassa Anna Luisa, Vittorio Arrigoni, Gianni Girotto, Dario Francese, Simone Paoletti



Gaza – Infopal-----------------
Striscia di Gaza, artiglieria israeliana spara sulle abitazioni: numerosi feriti.
Scritto il 2009-09-28 in News



. Questa mattina, diversi palestinesi sono rimasti feriti a seguito di un bombardamento israeliano diretto contro abitazioni palestinesi ubicate a est del campo profughi di al-Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza.

Testimoni oculari hanno riferito che l'artiglieria israeliana appostata sul confine della Striscia di Gaza ha lanciato almeno sei missili contro le case di cittadini palestinesi situate a est del campo profughi; uno di questi razzi è esploso sulla casa di Abu Elias al-Masdar, ferendo suo figlio Jihad, di 18 anni, e la studentessa Abir al-Masdar, di 17 anni, che si trovava nei pressi della abitazione.

Intanto, fonti mediche dell'ospedale dei “Martiri di al-Aqsa”, nel centro della Striscia di Gaza, hanno dichiarato che due studenti sono arrivati in ospedale per ricevere cure mediche a seguito delle ferite, di media entità, risultanti dai bombardamenti israeliani, mentre alcune ambulanze si sono dirette verso la zona bombardata per soccorrere eventuali altri feriti.

L'aggressione israeliana ha coinciso con un'incursione di diversi veicoli militari israeliani nella parte orientale del campo profughi di al-Maghazi, avvenuta tra colpi di arma da fuoco e sotto un’intensa protezione aerea

Alcuni testimoni oculari hanno riportato che la Resistenza palestinese ha fronteggiato le forze israeliane penetrate nella zona, riuscendo a lanciare diversi colpi di mortaio e razzi artigianali contro le postazioni militari israeliane adiacenti alla Striscia.

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