4.10.09

i fantasmi di gaza si sono materializzati.

10 ottobree 2009
l'ultimo video la spianata delle moschee .....minacciata
..pietra contro fucili....per difenderla


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C'è un video in arabo di Al Jazeera sugli scontri di oggi a Gerusalemme tra le forze di occupazione israeliane (esercito e polizia) e i palestinesi di gerusalemme che volevano recarsi alla maoschea di Al-Aqsa: decine di feriti tra i palestinesi che sono stati fermati, dispersi e picchiati. Gli scontri sono avvenuti vicino alla porta di Al-Asbat (Bab al-Asbat) uno degli accessi alla spianata della moschea. Negli ultimi tempi sono in aumento questi episodi condotti sia contro uomini sia contro donne e bambini (vietare l'accesso alla moschea di gerusalemme). Le immagini sono di oggi 4/10/09, se vuoi puoi usarle con queste brevi informazioni che ho tradotto.
Pina ciao
http://www.aljazeera.net/NR/exeres/7229D0A4-4DF9-4136-B34F-C24541563152.htm

الأخبار-عربي-جرحى بالأقصى ودعوات لنصرته
Fonte: www.aljazeera.net




I fantasmi di Gaza di Michelangelo Cocco - Il Manifesto, 30.9.2009Condividi
Oggi alle 13.21
I fantasmi di Gaza ieri si sono materializzati a migliaia di chilometri dalla Striscia dove l’esercito israeliano – tra il 27 dicembre 2008 e il 18 gennaio 2009 – ha massacrato oltre 1.400 palestinesi durante l’offensiva denominata “Piombo fuso”.

A Londra un gruppo di avvocati ha chiesto l’arresto per “crimini di guerra” del ministro della difesa Ehud Barak, nel Regno Unito per partecipare al congresso dei laburisti britannici. Nelle stesse ore a Ginevra, nella sede del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, andava in scena un dibattito gravido di conseguenze per l’immagine dello Stato ebraico nel mondo.

Richard Goldstone, l’ex giudice costituzionale sudafricano che ieri ha presentato la versione integrale del rapporto che accusa Israele e Hamas di “crimini di guerra”, ha difeso le 575 pagine del suo lavoro. “Nella regione esiste da troppo tempo una cultura dell’impunità”, ha detto l’ex procuratore capo dei tribunali Onu per l’ex Yugoslavia e il Ruanda chiedendo ai 47 paesi membri di inoltrare al Consiglio di sicurezza il frutto di sei settimane d’inchiesta a Gaza. Secondo Goldstone “la mancanza di responsabilità per crimini di guerra ed eventuali crimini contro l’umanità ha raggiunto un punto critico; la crescente mancanza di giustizia sta mettendo a repentaglio qualsiasi speranza di un processo di pace che abbia successo e sta rafforzando un clima che incoraggia violenza”.

Giovedì scorso, davanti all’Assemblea generale dell’Onu Benjamin Netanyahu aveva attaccato duramente il rapporto del giurista (ebreo e sionista) che, secondo il premier israeliano, “equipara in maniera ingannevole i terroristi ai loro bersagli”. Ieri l’ambasciatore israeliano presso la Nazioni Unite, Aharon Leshno-Yaar, l’ha definito semplicemente “una vergogna”.

Ma per l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, il Consiglio di sicurezza ha il dovere, nell’interesse di tutte le vittime, di dar seguito alle raccomandazioni di Goldstone. Una risoluzione dei paesi arabi e islamici (che dovrebbe essere votata tra domani sera e venerdì) ha chiesto che il rapporto della Commissione Goldstone sia inviato al Consiglio di sicurezza: a quel punto se, entro sei mesi, entrambe le parti rifiutassero di collaborare, il fascicolo verrebbe passato al procuratore della Corte penale internazionale. Per Israele sarebbe un danno enorme.

Gli Stati Uniti, per bocca dell’ambasciatrice all’Onu Susan Rice, hanno già fatto sapere che non ritengono il Consiglio di sicurezza la sede adeguata per una discussione su “Piombo fuso”. Dopo averlo boicottato durante l’era Bush, ieri Washington ha partecipato per la prima volta a una riunione del Consiglio per i diritti umani, istituito tre anni fa. L’ambasciatore Michael Posner, dopo aver ripetuto la posizione ufficiale Usa secondo la quale il rapporto Goldstone è “profondamente imperfetto”, ha dichiarato: “Noi incoraggiamo Israele a utilizzare un appropriato riesame domestico per indagare sulle accuse credibili”.

Tel Aviv ha finora boicottato Goldstone, sia rifiutandosi di fornire informazioni e collaborazione ai suoi ispettori, sia provando a screditare all’estero l’immagine della Commissione. Ora un gruppo di giuristi israeliani propone la costituzione in extremis di una commissione d’inchiesta presieduta da un giudice della Corte Suprema. Ma Goldstone ha definito “vili” gli sforzi fatti finora da Israele e “un fallimento completo” le indagini condotte da Hamas.

E in tarda serata da Londra è arrivata la notizia che un tribunale di Londra ha respinto la richiesta d’arresto per “crimini di guerra” contro Barak. La corte ha accolto la tesi del ministero degli esteri britannico, secondo cui il ministro della difesa israeliano, in quanto “ospite di stato” non può essere soggetto a una denuncia come quella presentata da un avvocato in rappresentanza di un gruppo di famiglie palestinesi, che ne aveva chiesto l’arresto di Barak per “crimini di guerra”. Da Israele era arrivato subito a Barak il consiglio di recarsi in Francia per evitare problemi, ma il ministro aveva deciso di rimanere comunque a Londra, dove oggi dovrebbe incontrare il capo della diplomazia David Miliband.

La denuncia era stata presentata in base all’International criminal court act del 2001 e al Criminal justice act del 1988 – leggi che permettono anche a singoli individui di presentare denunce per “crimini di guerra” contro militari, anche se questi ultimi non sono cittadini britannici e ovunque i crimini siano stati commessi.